Patrono San Sebastiano
20 gennaio e il giorno successivo alla pentecoste.
A Fumone la tradizione legata ai festeggiamenti del santo patrono, San Sebastiano, è davvero peculiare e assume talvolta tratti folcloristici.
L’origine del culto a Fumone risale al IX secolo quando, in occasione di un assedio, i soldati elessero il martire come loro speciale protettore, mentre la prima festa religiosa popolare venne celebrata nel 1186.
La festa di San Sebastiano si celebra due volte l’anno: il 20 gennaio e il lunedì successivo alla Pentecoste. Ogni anno il 17 gennaio alle ore 14.00 viene designato un “festarolo”, colui che si occuperà dei festeggiamenti per l’anno seguente. La designazione avviene nel palazzo comunale, per estrazione tra coloro che hanno presentato la propria candidatura. La sera del 20 gennaio il festarolo uscente consegna a quello entrante “la mazza”, il bastone sormontato dal busto di San Sebastiano che egli custodirà in casa sua per un anno. Il festarolo uscente secondo l’antica usanza, il 16 gennaio, riceve in casa sua la cittadinanza: in tale occasione la porta d’ingresso è ornata da un arco di alloro e mirto, simbolo di pace gioia e festa, alla sommità del quale è posto un agnello impagliato. In tale occasione vengono distribuite ai presenti le “sagne pelose” con salsa di alici: la prima forchettata viene simbolicamente offerta al sindaco.
In entrambe le occasioni, dopo la funzione religiosa del mattino, viene distribuita la panata, una ministra molto rustica servita con un tozzo di pane senza companatico; la sera, sempre dopo la funzione religiosa, dal terrazzo della chiesa vengono lanciate alla popolazione in trepidante attesa sulla piazza, delle ciambelle attaccate ad un ramo di ulivo. Dopo la messa della mattina, la statua del santo, realizzata tra il 1696 e il 1697 dall’argentiere Giovanni Giardini sul modello in terracotta dello scultore milanese Camillo Rusconi, viene portata in spalla da alcuni uomini per le vie del paese.